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  • Lingua Insegnamento:
    Italiano 
  • Testi di riferimento:
    Barbara D. Miller, Antropologia culturale, Milano, Pearson, 2014.

    Paolo Apolito, Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità, Bologna, Il Mulino, 2014.

    Lia Giancristofaro, Tomato Day. Il rituale della conserva di pomodoro, Milano, Franco Angeli, 2012. 
  • Obiettivi formativi:
    Al termine della prima parte della trattazione, lo studente conosce i principali temi e apparati concettuali che fondano la disciplina, finalizzando il suo studio ad acquisire competenze nella comunicazione fra differenti realtà socio-culturali in un’ottica di relazione, mediazione e individuazione dei valori condivisi. Alla fine della seconda parte della trattazione, lo studente ha le competenze demo-etno-antropologiche che sono necessarie per rapportarsi con fenomeni sociali vicini e lontani dal suo modo di concepire il mondo. Il suo modo di pensare diventa più empatico, contestuale e libero da preconcetti, dunque più efficace nell'ambito dei servizi sociali. 
  • Metodi didattici:
    Il modulo si articola in lezioni frontali (36 ore), cui si aggiungono circa 70 ore di studio autonomo. 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    La prova finale si terrà in forma di colloquio sui temi del corso. 
  • Sostenibilità:
     

La prima parte del corso segue il manuale e analizza la riflessione antropologica passando in rassegna le principali correnti di pensiero che, nella storia, hanno contribuito a ridisegnare i paradigmi teorico-metodologici attraverso cui indagare le diverse realtà umane in termini culturali. I temi principali sono: il discorso sull’alterità e sulla molteplicità (la differenza e la gerarchia). Le specificità metodologiche, ermeneutiche e deontologiche della ricerca antropologica (la ricerca etnografica; il terreno; metodologie di ricerca in trasformazione). I sistemi economici (sussistenza; modelli di consumo; sistemi di scambio; globalizzazione e trasformazioni dei sistemi economici). La riproduzione e lo sviluppo degli esseri umani (dinamiche riproduttive; cultura e fertilità; personalità e ciclo della vita). Malattia, malessere e cura (l’etnomedicina; gli approcci teorici; globalizzazione e cambiamento). Parentela e vita familiare (costruzione culturale della parentela; gruppi familiari e vita domestica; trasformazioni dei sistemi di parentela). Gruppi e stratificazioni sociali. Sistemi politici e giuridici (l’organizzazione politica e la leadership; l’ordine e il conflitto nelle società umane; le trasformazioni dei sistemi). La comunicazione (linguaggio, diversità e disuguaglianza). La religione (la prospettiva comparativa; religioni globali e varianti locali; le trasformazioni religiose). La cultura espressiva (arte, gioco, tempo libero, cultura espressiva e cambiamento). I flussi e le migrazioni (le forme di movimento; i nuovi immigrati; politiche e progetti sulla migrazione nel mondo globalizzato). La cultura e lo sviluppo (definizioni e strategie; sviluppo, popoli indigeni e donne; problematiche interculturali urgenti).
La seconda parte del corso si incentra su due etnografie, tramite le quali lo studente acquisisce le competenze etno-antropologiche che sono necessarie per rapportarsi con fenomeni sociali vicini e lontani dal suo modo di concepire il mondo. Analizzando un fatto etno-antropologico ed esponendone le radici culturali, lo studente acquisisce un modo di pensare empatico, costruttivo e libero da preconcetti, certamente efficace nei servizi sociali. L'etnografia "ritmi di festa" cerca di dimostrare che negli esseri umani la musicalità è una dote innata, considerando che le azioni umane hanno intrecci ritmico-musicali. La rilettura delle occasioni musicali della storia e, in particolare, di alcuni “festeggiamenti inauditi”, perfino nei lager e nei gulag, spingono a rileggere le feste “normali” per scoprire come un certo modo ritmico di stare insieme contenga delle potenzialità inesplorate per il miglioramento delle condizioni di vita. La seconda ricerca etnografica (Tomato Day) esamina la variabilità, la polisemia e i cambiamenti storici di un rito di produzione alimentare ancora presente nel mondo contemporaneo, concludendo che i rituali vengono costantemente e incessantemente reinventati e rielaborati.

Barbara D. Miller, Antropologia culturale, Milano, Pearson, 2014.

Paolo Apolito, Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità, Bologna, Il Mulino, 2014.

Lia Giancristofaro, Tomato Day. Il rituale della conserva di pomodoro, Milano, Franco Angeli, 2012.

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