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L’obiettivo del convegno è quello di coinvolgere gli abitanti delle città in uno sforzo per la conservazione dell’orso che non può più essere limitato alle sole aree interne.

La questione di fondo che il convegno pone è quella della frammentazione degli habitat come minaccia per la biodiversità. Considerando il grande impatto delle infrastrutture sul territorio e sulla distribuzione dell’orso, la ricomposizione degli habitat naturali e il recupero dei corridoi faunistici diventano misure di conservazione cruciali per prevenire la scomparsa della piccola popolazione di orso bruno marsicano.

Gli zoologi ritengono che il futuro di questa piccola popolazione relitta risieda nella sua capacità di riappropriarsi di aree di presenza storica da dove essa è scomparsa negli ultimi cento anni a causa dell’impatto delle attività umane. i movimenti di orsi dall’area centrale – il Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise – verso altre zone dell’Appennino sono sinora limitati a pochi individui, principalmente maschi. Solo la conquista di nuovi territori al di fuori del Parco nazionale storico può dare all’orso bruno marsicanoconcrete speranze di sopravvivenza.

Negli ultimi anni si sono avuti alcuni segnali incoraggianti in quest’ultimo senso. La riconquista di nuovi territori, se si consoliderà, pone, tuttavia, nuovi problemi di convivenza che vanno attentamente studiati e governati coinvolgendo anche preventivamente l’opinione pubblica.

La conservazione dell’orso bruno marsicano è una partita complessa e affascinante, una sfida per una classe dirigente che voglia dirsi tale, in cui la posta in gioco non è solo quella di consentire alle generazioni future di poter continuare a sognare l’incontroindimenticabile con il signore dei boschi, ma di consegnare loro un mondo migliore.