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  • Lingua Insegnamento:
    ITALIANO 
  • Testi di riferimento:
    Barbara D. Miller, Antropologia culturale, a cura di Alessandra Broccolini, Milano, Pearson, 2019.

    Rita D'Amico, Mafalda Cipulli, Lia Giancristofaro, Vivere con l'epilessia. Aspetti clinici, psicologici e culturali, Milano, Franco Angeli, 2012.

    Per i non frequentanti non si richiede alcuna integrazione; tuttavia la mancata frequenza richiede un maggiore impegno nel lavoro individuale. 
  • Obiettivi formativi:
    Conoscere i principali temi e apparati concettuali che fondano la riflessione antropologica; acquisire competenze volte a favorire la comunicazione fra differenti realtà socio-culturali in un’ottica di relazione, mediazione e individuazione di valori condivisi. Analizzare pluralismi e dinamismi espressivi di livello locale/globale; osservare le attività espressive di un contesto, esponendone le funzioni politiche, relazionali e sociali; pensare in modo libero da preconcetti e luoghi comuni, a beneficio delle situazioni professionali nell’ambito dei servizi sociali; riflettere sulle attività espressive di un contesto culturale, esponendone le funzioni politiche, relazionali, ambientali e sociali. Tali obbiettivi verranno perseguiti di concerto con gli obbiettivi del corso di laurea. 
  • Prerequisiti:
    nessuno. 
  • Metodi didattici:
    Lezioni frontali (36 ore) corredate da seminari ed esercitazioni, cui si aggiungono circa 90 ore di studio autonomo. 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    Esame scritto ed orale, valutato in trentesimi, volto a verificare la capacità di esporre con chiarezza e autonomia di giudizio gli argomenti trattati durante il corso. 
  • Sostenibilità:
    Il contenuto del presente corso di Antropologia Culturale tratta tematiche riconducibili alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questi sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell'Agenda ONU 2030 riconducibili alle tematiche del presente corso.

    Obiettivo 1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo

    Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare
    la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

    Obiettivo 3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

    Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità
    di apprendimento per tutti

    Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e
    le ragazze

    Obiettivo 8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile,
    un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

    Obiettivo 9. Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed
    una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

    Obiettivo 10. Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le nazioni

    Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e
    sostenibili

    Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

    Obiettivo 13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento
    climatico

    Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema
    terrestre

    Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo
    sostenibile

    Obiettivo 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato
    mondiale per lo sviluppo sostenibile 
  • Altre Informazioni:
    Le modalità e il programma d’esame sono uguali per frequentanti e non frequentanti.

    Gli studenti ERASMUS sono invitati a contattare il docente per il loro programma. 

Il corso analizza la riflessione antropologica passando in rassegna le principali correnti di pensiero che, nella storia, hanno contribuito a ridisegnare i paradigmi teorico-metodologici attraverso cui indagare le diverse realtà umane in termini culturali. Dopo una breve introduzione all’antropologia culturale come “discorso sull’alterità”, si illustreranno le tematiche della molteplicità (la differenza e la gerarchia), per poi passare ai temi fondamentali. Innanzitutto, le specificità metodologiche, ermeneutiche e deontologiche della ricerca antropologica (la ricerca etnografica; il terreno; metodologie di ricerca in trasformazione; dibattiti in corso). Poi, i sistemi economici (sussistenza; modelli di consumo; sistemi di scambio; globalizzazione e trasformazioni dei sistemi economici); la riproduzione e lo sviluppo degli esseri umani (dinamiche riproduttive; cultura e fertilità; personalità e ciclo della vita); la malattia, il malessere e la cura (l’etnomedicina; gli approcci teorici; globalizzazione e cambiamento); la malattia neurologica e lo stigma specifico di malattie come l'epilessia, e il loro collegamento a malesseri e sindromi culturali; la parentela e la vita familiare (costruzione culturale della parentela; gruppi familiari e vita domestica; trasformazioni dei sistemi di parentela); i gruppi e le stratificazioni sociali; i sistemi politici e giuridici (l’organizzazione politica e la leadership; l’ordine e il conflitto nelle società umane; le trasformazioni dei sistemi); la comunicazione (linguaggio, diversità e disuguaglianza); la religione (la prospettiva comparativa; religioni globali e varianti locali; le trasformazioni religiose); la cultura espressiva (arte, gioco, mito, rito, tradizione, tempo libero, cultura espressiva e cambiamento); i flussi e le migrazioni (le forme di movimento; i nuovi immigrati; politiche e progetti sulla migrazione nel mondo globalizzato); la cultura e lo sviluppo (definizioni e strategie; sviluppo, popoli indigeni e donne; problematiche interculturali urgenti); il valore antropologico ed educativo del decentramento come percorso di superamento dell’etnocentrismo; i processi di patrimonializzazione, il culto dell’heritage e l’enfatizzazione di riti e tradizioni riferiti al passato; il concetto di patrimonio culturale e il suo inquadramento politico-istituzionale; le nuove cornici normative e operative che indicano alle cosiddette “comunità di eredità” l’opportunità di realizzare, con operatori qualificati, un percorso di analisi partecipativa delle tradizioni e dei loro significati politici, al fine di una riflessione congiunta e di una comunicazione più responsabile e trasparente dell’identità culturale.

Obiettivi formativi

Conoscere i principali temi e apparati concettuali che fondano la riflessione antropologica; acquisire competenze volte a favorire la comunicazione fra differenti realtà socio-culturali in un’ottica di relazione, mediazione e individuazione di valori condivisi. Analizzare pluralismi e dinamismi espressivi di livello locale/globale; osservare le attività espressive di un contesto, esponendone le funzioni politiche, relazionali e sociali; pensare in modo libero da preconcetti e luoghi comuni, a beneficio delle situazioni professionali nell’ambito dei servizi sociali; riflettere sulle attività espressive di un contesto culturale, esponendone le funzioni politiche, relazionali, ambientali e sociali. Tali obbiettivi verranno perseguiti di concerto con gli obbiettivi del corso di laurea.

Contenuti

Il corso analizza la riflessione antropologica passando in rassegna le principali correnti di pensiero che, nella storia, hanno contribuito a ridisegnare i paradigmi teorico-metodologici attraverso cui indagare le diverse realtà umane in termini culturali. Dopo una breve introduzione all’antropologia culturale come “discorso sull’alterità”, si illustreranno le tematiche della molteplicità (la differenza e la gerarchia), per poi passare ai temi fondamentali. Innanzitutto, le specificità metodologiche, ermeneutiche e deontologiche della ricerca antropologica (la ricerca etnografica; il terreno; metodologie di ricerca in trasformazione; dibattiti in corso). Poi, i sistemi economici (sussistenza; modelli di consumo; sistemi di scambio; globalizzazione e trasformazioni dei sistemi economici); la riproduzione e lo sviluppo degli esseri umani (dinamiche riproduttive; cultura e fertilità; personalità e ciclo della vita); la malattia, il malessere e la cura (l’etnomedicina; gli approcci teorici; globalizzazione e cambiamento); la malattia neurologica e lo stigma specifico di malattie come l'epilessia, e il loro collegamento a malesseri e sindromi culturali; la parentela e la vita familiare (costruzione culturale della parentela; gruppi familiari e vita domestica; trasformazioni dei sistemi di parentela); i gruppi e le stratificazioni sociali; i sistemi politici e giuridici (l’organizzazione politica e la leadership; l’ordine e il conflitto nelle società umane; le trasformazioni dei sistemi); la comunicazione (linguaggio, diversità e disuguaglianza); la religione (la prospettiva comparativa; religioni globali e varianti locali; le trasformazioni religiose); la cultura espressiva (arte, gioco, mito, rito, tradizione, tempo libero, cultura espressiva e cambiamento); i flussi e le migrazioni (le forme di movimento; i nuovi immigrati; politiche e progetti sulla migrazione nel mondo globalizzato); la cultura e lo sviluppo (definizioni e strategie; sviluppo, popoli indigeni e donne; problematiche interculturali urgenti); il valore antropologico ed educativo del decentramento come percorso di superamento dell’etnocentrismo; i processi di patrimonializzazione, il culto dell’heritage e l’enfatizzazione di riti e tradizioni riferiti al passato; il concetto di patrimonio culturale e il suo inquadramento politico-istituzionale; le nuove cornici normative e operative che indicano alle cosiddette “comunità di eredità” l’opportunità di realizzare, con operatori qualificati, un percorso di analisi partecipativa delle tradizioni e dei loro significati politici, al fine di una riflessione congiunta e di una comunicazione più responsabile e trasparente dell’identità culturale.


Materiale bibliografico

Barbara D. Miller, Antropologia culturale, a cura di Alessandra Broccolini, Milano, Pearson, 2019.

Rita D'Amico, Mafalda Cipulli, Lia Giancristofaro, Vivere con l'epilessia. Aspetti clinici, psicologici e culturali, Milano, Franco Angeli, 2012.


Verifica finale

Esame scritto e orale, valutato in trentesimi, volto a verificare la capacità di esporre con chiarezza e autonomia di giudizio gli argomenti trattati durante il corso.


Per i non frequentanti non si richiede alcuna integrazione; tuttavia la mancata frequenza richiede un maggiore impegno nel lavoro individuale.

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